Isolamento termico: Quale cappotto termico scegliere?

CAPPOTTO TERMICOsaper scegliere il materiale isolante più adatto alle proprie esigenze.

Ultimamente grazie alle agevolazioni fiscali messe a disposizione dallo Stato, tutti ormai conoscono il significato di cappotto termico e di conseguenza l’importanza che ha saper leggere una scheda tecnica di un materiale isolante. È doveroso specificare, però, che non esiste “l’isolante migliore”. Capiamo perché.

Cos’è il cappotto termico e come funziona

Quello che si definisce “cappotto termico” ha il compito di isolare termicamente un edifico o parte di esso, per ridurre lo scambio tra ambiente riscaldato e non riscaldato. Per affidarci ad un tipo di materiale piuttosto che ad un altro, è fondamentale conoscere alcuni fattori. Ma prima ancora è basilare conoscere i requisiti CAM e quali sono i criteri che un isolante deve rispettare.

Qual è il miglior materiale per cappotto termico?

I Criteri Ambientali Minimi (entrati in vigore con il Decreto Ministeriale 11/10/2017) definiscono la soluzione progettuale e il prodotto migliore dal punto di vista ambientale.

In altre parole tali criteri assicurano che il prodotto sia considerato ecosostenibile. Nello specifico, i materiali isolanti:

  • Non devono essere prodotti utilizzando ritardanti di fiamma oggetto di restrizioni o proibizioni previste da normative nazionali o comunitarie
  • Non devono essere prodotti con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell’ozono superiore a zero
  • Non devono essere prodotti utilizzando catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma plastica
  • Se sono materiali prodotti da una resina di polistirene espandibile gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito
  • Se sono materiali costituiti da lane minerali queste devono essere conformi alla nota Q o alla nota R di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i.
  • Gli isolanti in polistirene espanso (EPS) devono essere costituiti dal 10% al 60% di materiale riciclato e recuperato in funzione della tecnologia adottata per la produzione, misurata sul peso del prodotto finito

Attenersi ai requisiti CAM non è da ritenere un argomento sottovalutabile, in quanto sono obbligatori sia per rientrare nell’ecobonus 110% (relativo all’isolamento di più del 25% della superficie disperdente dell’edificio), sia nel caso di una ristrutturazione, nuova costruzione e manutenzione di edifici pubblici.

L’altro aspetto fondamentale, come accennato in precedenza, sono i fattori.

Quali fattori ha un ottimo cappotto termico?

Quello essenziale è la CONDUCIBILITA’ TERMICA, in altre parole quella che viene espressa con il simbolo “lambda”: minore è il suo valore, maggiore è il potere isolante, ed è chiaro che maggiore è lo spessore del materiale, maggiore sarà l’isolamento del nostro edificio.

Non meno importante è la TRASPIRAZIONE ovvero la resistenza al passaggio di vapore acqueo: anche in questo caso più basso è questo valore, più alta è la capacità traspirante del materiale.

Molto simile è l’ASSORBIMENTO D’ACQUA, si parla, cioè di permeabilità al vapore acqueo: discorso analogo alla conducibilità termica e traspirazione (più piccolo è il valore e maggiori saranno le prestazioni del materiale isolante).

Altri due fattori sono la CLASSE DI REAZIONE AL FUOCO (classificabile in 7 categorie, da F, classe peggiore, ad A1, classe migliore) e l’ISOLAMENTO ACUSTICO (valori che vanno da 0, se l’isolamento acustico è nullo, a 1, se l’isolamento risulta capace di “proteggere” dai suoni estranei).

Si hanno ancora molti dubbi, invece, su quella che è la DURATA NEL TEMPO dell’isolante: questa caratteristica viene trascurata, considerando che un materiale isolante con il passare del tempo perde la sua efficacia.

Quanto costa un cappotto termico?

Il motivo per cui è sbagliato parlare di costi come ultimo fattore di un materiale isolante, è perché nella maggior parte dei casi il prezzo esclude tutti i costi relativi alla posa. Inoltre, non dimentichiamoci che il vero risparmio sta nel ridurre notevolmente i costi della bolletta energetica e migliorare la vita all’interno dell’ambiente.

Piuttosto, allora, occorre considerare il “RIENTRO DALL’INVESTIMENTO”: minori saranno gli anni, migliore sarà l’investimento.

Basilare, inoltre, per la scelta del materiale, è il requisito CAM.

Il miglior materiale per il cappotto termico esterno

Si possono dividere gli isolanti in 3 macro-categorie:

ISOLANTI SINTETICI: sono quelli più diffusi perché molto economici e facili nella posa. La loro durata varia da 30 a 50 anni. È possibile il riutilizzo a patto che non vengano accoppiati con altri materiali, che non siano incollati o sporchi. Esempi di isolante sintetico sono: fibra di poliestere, polistirene espanso, poliuretano espanso, polietilene espanso.

     VANTAGGI:

  • Basso costo
  • Ottimo isolamento termico
  • Facilità di posa in opera
  • Resistenza all’acqua e all’umidità

    SVANTAGGI:

  • Pericolosi in caso di incendio, se non dovutamente trattati.

ISOLANTI VEGETALI: completamente naturali, quindi completamente biodegradabili e riutilizzabili. Non tutti sono di facile posa in opera, come ad esempio la fibra di cellulosa, che viene applicata tramite una tecnica specifica: l’insufflaggio. Molto utilizzati in edilizia e sono materiali con un’alta capacità di isolamento termico e acustico. Sono adatti a cappotti esterni ventilati, coperture ventilate o inclinate, controsoffitti, pavimenti. Esempi sono: fibra di legno, fibra di legno mineralizzato, fibra di cellulosa, fibra di canapa, fibra di lino, sughero.

     VANTAGGI:

  • Buon isolamento termico e acustico
  • Materiali riciclabili e biodegradabili
  • Atossici
  • Buon sfasamento termico
  • Traspiranti
  • Generalmente durevoli
  • No vulnerabili all’umidità

    SVANTAGGI:

  • Non economici
  • Non facili nella posa in opera

ISOLANTI DI ORIGINE MINERALE: anche loro completamente naturali, quindi non sintetici, quindi biodegradabili e riutilizzabili. Vengono ricavati dalle rocce e sono materiali utilizzati maggiormente nell’edilizia per le alte prestazioni anche in presenza di umidità. Resistenti alle muffe e non infiammabili al contrario degli isolanti sintetici. Come gli isolanti vegetali, anche quelli di origine minerale vengono utilizzati per cappotti, facciate ventilate, coperture ventilate, pareti divisorie, controsoffitti, pavimenti e solai. Esempi sono: lana di vetro, lana di roccia, argilla espansa, perlite espansa, vermiculite espansa, feltri.

     VANTAGGI:

  • Buon isolamento termico
  • Materiali riciclabili e biodegradabili
  • Durevoli
  • Resistenti a umidità e muffe
  • Traspiranti

    SVANTAGGI:

  • Possono presentare bassi valori di radioattività naturale
  • Non economici
  • Alcuni materiali per resistere all’umidità devono subire dei trattamenti

Quali sono i materiali isolanti maggiormente utilizzati

Per concludere, prendendo in considerazione resistenza termica, costi, impatto ambientale, infiammabilità e isolamento acustico, e tenuta in considerazione la premessa iniziale, si possono individuare 6 materiali isolanti validi e che vengono maggiormente utilizzati:

1. AEROGEL: più costoso ma il miglior tipo di isolamento sotto tutti i punti di vista

2. VETRORESINA: economico ma è richiesta una particolare attenzione alla manipolazione

3. LANA MINERALE: efficace dal punto di vista termico e acustico ma non resistente al fuoco

4. CELLULOSA: resistente al fuoco, efficace, ecologica, ma difficile da applicare

5. POLIURETANO: buon prodotto isolante ma non particolarmente ecologico

6. POLISTIRENE: materiale isolante eccellente acusticamente e termicamente, diversificato ma infiammabile.

CAPPOTTO TERMICO e superbonus 110

Grazie al  Superbonus 110% è possibile usufruire dei vantaggi fiscali anche per l’installazione di un cappotto termico, ovvero la possibilità, per chi esegue interventi di isolamento termico su un edificio su più del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio e di godere di un maxi beneficio fiscale, pari appunto al 110% di detrazione delle spese sostenute. La normativa prevede una serie di verifiche e di adempimenti, è opportuno quindi farsi seguire da un professionista per essere sicuri di far rientrare il Cappotto termico all’interno delle agevolazioni previste dal Superbonus.

Progettazione cappotto termico a Roma: rivolgiti agli esperti di 3ngineers

Non è complicato distinguere le varie tipologie di isolanti e poter capire su quale si è più orientati. Certo è che risulterà sicuramente più semplice rivolgersi a degli esperti che vi sapranno consigliare il materiale adatto al vostro caso specifico.

Se stai seguendo un progetto specifico e senti la necessità di un supporto professionale è possibile richiedere una consulenza ai nostri tecnici 3ngineers di Roma. Saremo lieti di offrirti la nostra esperienza per modellare correttamente l’intervento.

Il fotovoltaico si adegua al superbonus

Impianti fotovoltaici che accedono al Superbonus 110 – DELIBERA 581/2020/R/eel

Pochi giorni fa, ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), interviene a favore degli impianti fotovoltaici con la delibera 581/2020.

Tale provvedimento non è altro che una modifica per adattare alle nuove regole, quali il superbonus 110% e l’autoconsumo collettivo, l’impianto fotovoltaico. Queste modifiche diventano necessarie per dare piena attuazione a quanto previsto da Dl 34/2020 (decreto-legge riguardante il superbonus).

Nello specifico l’ARERA dà mandato a Terna di apportare delle modifiche sui criteri per l’individuazione delle unità di produzione per consentire l’accesso al superbonus.

Considerate le direttive europee, le leggi, i decreti-legge, i decreti legislativi, i decreti ministeriali, le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate, le delibere dell’Autorità, il Codice di rete Terna S.p.A., tutti riguardanti le nuove misure di incentivi e detrazioni per interventi eco-sostenibili, questo nuovo provvedimento delibera:

  • Di dare mandato alla società Terna per modificare i criteri d’individuazione delle Unità di produzione (UP), con l’obiettivo di consentire a ogni sezione dell’impianto, la costituzione di un’UP. Detto impianto deve essere in grado di funzionare in maniera autonoma e indipendente dal resto dell’impianto di produzione e di essere misurato autonomamente. A questo scopo “Terna può mantenere i vincoli operativi attualmente vigenti e previsti dal Capitolo 4 del Codice di rete che non risultano di ostacolo alla piena attuazione di quanto previsto dalla disciplina in materia di Superbonus, di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e di comunità di energia rinnovabile. Le modifiche apportate al Codice di rete sono sottoposte all’approvazione dell’Autorità”.
  • Che, diversamente dall’attuali disposizioni, le modalità di commercializzazione di energia elettrica (“ritiro dedicato”) hanno una durata di 5 anni solari a decorrere dall’inizio dell’entrata in esercizio dell’intervento che beneficia degli aiuti fiscali previsti dal superbonus.
  • Di modificare il “Testo Integrato Scambio sul Posto” con le seguenti modalità:
    1. all’articolo 1, comma 1.1, dopo la lettera t) è aggiunta la seguente lettera: “ u) unità di produzione o UP sono le unità di produzione di energia elettrica che compongono un impianto di produzione.”;
    2. all’articolo 2bis, comma 2bis.1, lettera a), dopo le parole “in relazione agli impianti di produzione che costituiscono l’ASSPC” sono aggiunte le seguenti: “ovvero in relazione alle unità di produzione dei medesimi impianti di produzione”;
    3. all’articolo 2bis, comma 2bis.1, lettera a), dopo le parole “in relazione ai predetti impianti” sono aggiunte le seguenti: “ovvero in relazione alle predette unità di produzione”;
    4. all’articolo 2bis, comma 2bis.1, lettera b), dopo le parole “in relazione agli impianti di produzione” sono aggiunte le seguenti: “ovvero in relazione alle unità di produzione dei medesimi impianti di produzione”;
    5. all’articolo 2bis, comma 2bis.1, lettera b), dopo le parole “in relazione ai predetti impianti” sono aggiunte le seguenti: “ovvero in relazione alle predette unità di produzione”;
    6. all’articolo 3, comma 3.2bis, lettera c), dopo le parole “l’elenco degli impianti di produzione” sono aggiunte le seguenti: “e l’elenco delle unità di produzione”;
    7. all’articolo 3, comma 3.2ter, dopo le parole “gli impianti di produzione” sono aggiunte le seguenti: “e/o le unità di produzione”;
    8. all’articolo 4, comma 4.1, dopo le parole “Gli impianti” sono aggiunte le seguenti: “e le unità di produzione”;
    9. all’articolo 4, comma 4.2, dopo le parole “l’impianto” sono aggiunte le seguenti: “ovvero l’unità di produzione”;
    10. all’articolo 4, comma 4.5, dopo le parole “l’impianto” sono aggiunte le seguenti: “ovvero l’unità di produzione”;
    11. all’articolo 5, comma 5.1, lettera c), dopo le parole “l’accesso all’impianto” sono aggiunte le seguenti: “ovvero all’unità di produzione”;
    12. all’articolo 6, comma 6.2, dopo le parole “Nel caso di impianti” sono aggiunte le seguenti: “e/o di unità di produzione”.
  • Che il Gestore Servizi Energetici (GSE) possa adeguare l’istanza e la convenzione di ritiro dedicato (di cui alla delibera n° 280/07 e al relativo Allegato A) e l’istanza e la convenzione di scambio sul posto (di cui alla delibera n° 570/2012/R/efr) e al relativo Testo Integrato Scambio sul Posto, allo scopo di dare attuazione alle disposizioni regolatorie previste dal presente provvedimento.
  • Delibera di trasmettere la presente delibera a Terna S.p.A. e al Gestore Servizi Energetici (GSE).
  • Di pubblicare tale delibera unitamente al testo Integrato Scambio sul Posto tenendo conto delle modifiche contenute nel relativo provvedimento.

Quanto descritto può meglio spiegare e chiarire gli aspetti della delibera 581/2020, che per quanto complessa e articolata, può essere supportata da professionisti capaci di fornire tutto quanto è necessario all’utente privato, che desidera avvalersi delle facilitazioni fiscali relative al superbonus.

Di seguito il link dove poter scaricare il pdf e avere un ulteriore quadro generale della nuova misura.

https://www.arera.it/it/docs/20/581-20.htm#

“ECOBONUS AUTO LAZIO” – SI PROMUOVE IL GREEN ANCHE PER LE AUTO

La Regione Lazio mette a disposizione dei suoi residenti degli incentivi per l’acquisto di nuove auto, ad una sola condizione: che queste siano elettriche, ibride o GPL.

Questo contributo, ECOBONUS AUTO LAZIO, prevede un bonus che va da 1000 a 3500 euro in base alla tipologia di automobile: 3500 € per quelle elettriche, 1000 € per veicoli GPL benzina, metano e idrogeno, 2000 euro, invece, per veicoli ibridi (quindi vetture attrezzate di due motori, uno elettrico e uno termico), plug-in hybrid (cioè auto con batterie ricaricabili attraverso una fonte esterna e non per forza con l’ausilio del relativo motore a combustione interna) e mild-hybrid (ovvero con un sistema che recupera energia in frenata e in determinate fasi di marcia fornisce al motore termico un po’ di potenza supplementare). In quest’ultimo caso, rientrano tutte le tipologie hybrid che hanno emissioni di anidride carbonica allo scarico non superiori a 110 g\km, come riportato nel libretto di circolazione.

COME POSSO OTTENERE L’INCENTIVO AUTO PER IL LAZIO?

Prima di tutto è necessario possedere un’automobile a benzina (fino ad euro 3) o diesel (fino ad euro 5) da rottamare. Una volta avvenuta la demolizione del veicolo si può procedere all’acquisto di una vettura (categoria M1) nuova, immatricolata, a basse emissioni di CO2.

CHI PUO’ USUFRUIRE DEL BONUS AUTO DELLA REGIONE LAZIO?

Si può accedere al bonus a delle condizioni:

  • Bisogna essere residenti nel comune della zona “Agglomerato di Roma” o nella zona “Valle del Sacco”.
  • È necessario essere in regola con il pagamento della tassa automobilistica.
  • Il veicolo rottamato e acquistato deve essere intestato alla stessa persona che ha richiesto il bonus.
  • Lo stesso utente non può inviare la domanda più di una volta. UNA domanda per UNA persona.

COME RICHIEDERE IL BONUS AUTO NEL LAZIO?

Per la richiesta del contributo, i passaggi sono molto semplici. Innanzitutto: la presentazione della domanda avviene SOLO online, tramite l’applicazione web che si trova sul sito della Regione Lazio.

All’interno della richiesta di bonus, dovranno essere inseriti: dati anagrafici, indirizzo di residenza, recapito telefonico, indirizzo e-mail, targa del veicolo rottamato, targa del veicolo acquistato, estremi del conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario.

In allegato, sempre alla domanda, invece: la copia della fattura emessa dal venditore del veicolo (dove viene specificata la tipologia del veicolo, la data di acquisto della nuova e la data di rottamazione della vecchia vettura), la copia del libretto di circolazione e la copia del documento di identità.

Una volta compilata la domanda, allegati tutti i documenti necessari, verrà assegnato al soggetto beneficiario un codice alfanumerico e mandata una e-mail con la conferma e il riepilogo dei dati inseriti. Infine, si riceverà una seconda e-mail con le indicazioni del protocollo assegnato alla domanda di contributo presentata.

A COSA SERVE IL BONUS AUTO DELLA REGIONE LAZIO?

Lo scopo risulta essere molto chiaro. L’obiettivo è quello di agevolare la riduzione di inquinamento. La concessione del bonus auto porta ad una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente. Rottamo un’auto che inquina, per comprarne una ecologica.

Di seguito il primo link dove poter scaricare il pdf del bando. Il secondo, invece, in grado di approfondire l’argomento, riporta al sito della Regione Lazio.

https://foto.newsauto.it/wp-content/uploads/2020/12/Bando_regione_Lazio-2020-2021-incentivi-auto-elettriche-ibride.pdf

https://www.regione.lazio.it/ecobonusauto/

Autoconsumo collettivo e comunità energetiche

Come valorizzare la distribuzione e la produzione di energia pulita

A fronte di tutti gli incentivi e trattative concordate relative alla cosiddetta “rivoluzione verde”, nascono in Italia due attività già operanti nel nord Europa (Germania e Danimarca): l’AUTOCONSUMO COLLETTIVO e le COMUNITA’ ENERGETICHE.

Questo diventa possibile grazie al Decreto Milleproroghe che dà il via libera a questi due nuovi sistemi di risparmio energetico.

Comunità Energetiche e Autoconsumo Collettivo: Cosa sono?

Dal 22 dicembre 2020 è possibile inviare la domanda preliminare per ricevere i contributi che finanzieranno l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche

Nel primo caso si tratta di un gruppo di cittadini o abitanti di condomìni che hanno la possibilità di consumare, immagazzinare e di conseguenza anche vendere energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Ciò comporterebbe senza dubbio un risparmio economico non indifferente. 

Nel secondo caso, invece, parliamo di vere e proprie comunità (cittadini, associazioni e imprese commerciali) che hanno la possibilità di installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di autoconsumarla. 

Ma cosa accadrebbe se ci trasformassimo tutti in una comunità energetica, se ognuno di noi si trasformasse in una fonte di energia pulita?

 Si andrebbe di certo a creare un circolo virtuoso nel quale ogni cittadino trarrebbe un guadagno morale oltre che, soprattutto, economico. In altre parole, se i produttori sono tanti e vicini, possono creare delle comunità nelle quali l’elettricità prodotta si può scambiare. Quella che avanza si può cedere al vicino e l’energia residua viene immessa in rete. Ecco perché comunità energetica.

Come divento un autoconsumatore?

Si diventa autoconsumatori collettivi e si dà vita ad una comunità energetica solo se si rispettano determinate condizioni:

  • occorre produrre energia destinata al proprio consumo con impianti rinnovabili che abbiano una potenza complessiva che non superi i 200 kW;
  • l’energia prodotta deve essere condivisa utilizzando la rete di distribuzione esistente;
  • l’energia deve essere condivisa per l’autoconsumo istantaneo, che può avvenire anche attraverso sistemi di accumulo o presso i condomìni;
  • per le comunità energetiche, i punti di prelievo dei consumatori e i punti di immissione degli impianti si dovranno trovare su reti elettriche di bassa tensione sottese alla medesima cabina di trasformazione MT/BT; per gli autoconsumatori collettivi, invece, gli impianti dovranno trovarsi nello stesso edificio o condominio.

Ci saranno incentivi per favorire l’autoconsumo energetico?

Assolutamente sì. Il Decreto Milleproroghe si impegna a promuovere l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche definendo una tariffa per l’energia autoconsumata con lo scopo di incoraggiare la TRANSIZIONE ENERGETICA e la RIVOLUZIONE ECOLOGICA DEL SISTEMA ELETTRICO.

Si prevedono quindi 100 €/MWh per l’autoconsumo collettivo e 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.

Questo incentivo è cumulabile al superbonus 110% e alle detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici. L’obiettivo è quello di trasformare l’attuale sistema elettrico centralizzato in un sistema decentrato ed efficiente. Ci si allontana dai combustibili fossili avvicinandosi alle energie pulite, inesauribili e non inquinanti.

Si tratta di un cambiamento che non può essere sottovalutato o minimizzato. Basti pensare a quella che fino ad oggi era considerata normalità per l’Italia: ogni singolo impianto di produzione di energia rinnovabile al servizio di un’UNICA utenza e l’elettricità prodotta in eccesso conferita alla rete di distribuzione nazionale.

Finalmente da oggi si cambiano le carte in tavola, spingendo, così, a consumare l’energia quando è prodotta, si dà un senso economico all’installazione di accumulatori e non solo: non sarà più necessario avere impianti sul proprio tetto in quanto basterà essere vicini ad un edificio che ne possiede già uno. Insomma, una vera e propria GREEN ECONOMY.

Autoconsumo per utenze residenziali e aziendali

Gli scenari sono molto diversi se tratta di utenza residenziale o aziendale. E’ importante affidarsi ad un gruppo di professionisti con una consolidata esperienza in progettazione ed impianti anche per l’autoconsumo.

3ngineers con il suo studio a Roma, si mette a disposizione per chiarire, studiare e approfondire insieme al cliente il singolo caso. L’obiettivo è quello di soddisfare con certezza le richieste ed esigenze della committenza tenendo conto di quest’opportunità in costante evoluzione.

RECOVERY FUND – un altro passo verso la GREEN REVOLUTION

RECOVERY FUND – un altro passo verso la GREEN REVOLUTION

Il Ricovery fund prevede 750 miliardi destinati all’economia europea per risollevarla dalla crisi generata dal COVID 19. Nonostante fosse definita dal Presidente del consiglio europeo Charles Michel una “mission impossible” e nonostante la preoccupazione generale di un esito negativo o inconcludente, si è riusciti ad arrivare ad un accordo che opta per un “considerevole indebitamento comune per rilanciare la crescita”.

Una crescita che sosterrà anche e soprattutto la cosiddetta RIVOLUZIONE VERDE, che comprenderà tutti gli aspetti legati all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. Proprio per questo il compromesso raggiunto rappresenta un traguardo storico per l’Unione Europea che si “sacrifica” per sostenere i singoli Stati.

Perché il recovery fund è necessario?

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una crisi economica senza precedenti che non ha niente a che vedere con quella di alcuni anni fa. A differenza di quella passata, che coinvolgeva solo alcuni Stati pesantemente indebitati come Italia e Grecia, questa volta assistiamo al coinvolgimento di tutti gli Stati dell’Unione, come ad esempio la Francia, che è stata uno dei Paesi maggiormente colpiti dal virus.

Per non parlare del nord Europa che non vedrà il ritorno al suo livello di PIL pre-crisi neanche nel 2021. Tutto questo porta a dei rischi che l’Europa non può sostenere, motivo per cui è stato necessario che tutti i leader politici si riunissero a Bruxelles per far fronte a questo problema.

In particolare, questo “nuovo accordo” prevede maggiori fondi per l’Italia, che da 172 miliardi (proposta iniziale) aumentano a poco meno di 209 miliardi (dei quali cui 80 miliardi in contributi e il resto in prestiti a basso tasso di interesse da investire nei prossimi anni e rimborsare tra il 2026 e il 2058). I fondi arriveranno in primavera (2021) e potranno essere utilizzati anche per coprire le spese del 2020.

Proprio nelle ultime ore sono in aumento i finanziamenti previsti dal Recovery Plan, che arriveranno a 196 miliardi. Sono 6 i macro-interventi su cui fare affidamento per raggiungere i fondi:

  • DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA’ del sistema produttivo e della Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco
  • RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA nella quale protagonista diventa l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici a cui vanno 40,1 miliardi, dei quali 17 agli edifici pubblici; alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile spettano 18,5 miliardi e solo 9,4 alla tutela del territorio e delle risorse idriche
  • INFRASTRUTTURE per la mobilità e le telecomunicazioni, con la realizzazione di una rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità
  • ISTRUZIONE, FORMAZIONE, RICERCA E CULTURA
  • EQUITA’ SOCIALE, DI GENERE E TERRITORIALE, con particolare attenzione sulle politiche attive del lavoro e sul piano per il sud
  • SALUTE

Per l’Italia il fine ultimo di questi interventi è:

  • ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica
  • raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana, dallo 0,8% dell’ultimo decennio all’1,6%, in linea con la media UE
  • aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL
  • far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE
  • portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%
  • innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale
  • ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici
  • aumentare l’aspettativa di vita in buona salute
  • migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica
  • ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani
  • migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati
  • rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici
  • promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari
  • garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica

In Italia il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), in particolare, si focalizza sulla riforma fiscale (a partire dal Family Act e dalla Riforma IRPEF), sulla digitalizzazione e sulla TRANSIZIONE GREEN.

Come ottenerlo? Semplice. Tutti gli Stati dovranno presentare alla Commissione Europea, entro aprile 2021, i propri Recovery Plan.

Questa pandemia, in qualche modo, ci ha resi complici, uniti. Chi più, chi meno, tutti colpiti da una profonda crisi non solo economica. È doveroso e indispensabile che gli Stati facciano del loro meglio per risollevarsi da questa “catastrofe”, iniziando proprio dal RECOVERY PLAN.

Ecobonus al 110 per cento: come funziona e quali sono i benefici

Guida al Superbonus: cosa prevede

Il Decreto Rilancio, a favore dell’emergenza sanitaria vissuta negli ultimi mesi, decide di introdurre il cosiddetto SUPERBONUS. Si tratta di una detrazione del 110% sulle spese riguardanti specifici interventi quali efficienza energetica, interventi antisismici, installazione di impianti fotovoltaici, installazione di infrastrutture all’interno degli edifici, per la ricarica di veicoli elettrici

Questa “nuova agevolazione” integra ed amplia quelle vigenti che riguardano detrazioni che vanno dal 50 all’85% delle spese sostenute per:

  • interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresa la riduzione del rischio sismico (sismabonus) art. 16 D.L. n° 63/2013
  • riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus) art. 14 D.L. n° 63/2013

L’agevolazione superbonus 110% vale per le spese sostenute dal 1 luglio 2020; attualmente la scadenza prevista è al 30 giugno 2022 ma sono prevedibili, oltre che auspicabili, proroghe temporali in considerazione degli ingenti stanziamenti inseriti nel Piano di Recovery Fund.

L’agevolazione è fruibile secondo queste tre modalità che possono essere scelte dal beneficiario secondo le proprie esigenze

  1. detrazione fiscale su cinque anni
  2. Sconto in fattura
  3. Cessione del credito

Superbonus: quali sono gli interventi agevolabili?

Sono due le tipologie di intervento che vengono riconosciute dal superbonus.

Interventi trainanti

interventi trainanti, ovvero quegli interventi senza i quali non si può usufruire della detrazione fiscale, che sono:

  • Interventi di isolamento termico che interessino almeno il 25% dell’involucro opaco dell’edificio, per un ammontare non superiore a 50.000€  per le unità unifamiliari o funzionalmente autonome; non superiore a 40.000€ per ciascuna unità immobiliare in edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari; non superiore a 30.000€ per ciascuna unità immobiliare in edifici composti da 9 o più unità immobiliari
  • Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati di riscaldamento, raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria, per un ammontare non superiore a 20.000€ per ciascuna unità immobiliare in edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari; non superiore a 15.000€ per ciascuna unità immobiliare in edifici composti da 9 o più unità immobiliari. In questo caso sono incluse anche le spese relative allo smaltimento e bonifica dell’impianto esistente
  • Interventi sugli edifici unifamiliari o sulle unità funzionalmente indipendenti con accesso autonomo per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di riscaldamento, raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria, per un ammontare non superiore a 30.000€

N.B. gli impianti di cui sopra devono obbligatoriamente rientrare in una di queste categorie:

– caldaia a condensazione (classe energetica A)

pompa di calore (inclusi impianti ibridi e geotermici)

impianti di microgenerazione o a collettori solari

allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente (solo per i comuni montani)

caldaie a biomassa aventi prestazioni emissive almeno in classe 5 (solo per unità unifamiliari o funzionalmente indipendenti in aree non metanizzate)

  • interventi antisismici (rientranti nel sismabonus, di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’art. 16 del D.L. n° 63/2013):

interventi per l’adozione di misure antisismiche su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) e nelle zone 3 e adibiti ad abitazione e ad attività produttive, fino ad un ammontare delle spese non superiore a 96.000€

interventi per l’adozione di misure antisismiche che comportino una riduzione di una o due classi del rischio sismico

interventi per l’adozione di misure antisismiche che comportino una riduzione di una o due classi del rischio sismicoeseguiti sulle parti comuni di edifici condominiali, fino ad un ammontare delle spese non superiore a 96.000€ per ciascuna unità immobiliare del fabbricato

interventi per l’adozione di misure antisismicheche comportino una riduzione di una o due classi del rischio sismicoeseguiti mediante demolizione e ricostruzione, allo scopo di ridurne il rischio sismico, anche con variazione volumetrica (nel rispetto delle norme urbanistiche locali), realizzati da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano, entro 18 mesi dalla conclusione dei lavori, alla vendita dell’immobile

spese per la classificazione e verifica sismica degli immobili

Interventi trainati

interventi trainati, ovvero interventi che devono essere obbligatoriamente eseguiti insieme ad almeno uno degli interventi trainanti, che sono:

  • interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, tali da ottenere un valore di fabbisogno di energia per la climatizzazione invernale inferiore al 20% rispetto ai valori indicati dalla normativa per ciascuna regione climatica, con tetto massimo di spesa pari a 100.000€
  • interventi su edifici esistenti o parti di essi, comprese le singole unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (pareti perimetrali), strutture opache orizzontali (coperture dei piani superiori e pavimenti dei piani inferiori) ed infissi, con tetto massimo di spesa pari a 60.000€
  • installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali, con tetto massimo di spesa pari a 60.000€
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici a bassa entalpia e sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, con tetto massimo di spesa pari a 30.000€
  • acquisto e posa in opera di schermature solari, con tetto massimo di spesa pari a 60.000€
  • acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, con tetto massimo di spesa pari a 30.000€
  • acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di climatizzazione delle unità abitative, senza tetto massimo di spesa
  • installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica
  • l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici

Chi può usufruire del superbonus 110%?

L’agevolazione prevista per le unità immobiliari ad uso abitativo, è applicabile dalle:

  • Persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari)
  • condomini
  • Istituti autonomi case popolari o altri istituti che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing”
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le onlus e associazioni di volontariato

associazioni e società sportive dilettantistiche (solo lavori destinati ad immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi).

NON POSSONO usufruire della detrazione fiscale le unità immobiliari di categoria A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli).

Qual è la documentazione necessaria per aderire al superbonus 110%?

Dopo essersi accertati di rientrare tra beneficiari e interventi accolti dal superbonus, è fondamentale eseguire uno studio di fattibilità di tipo tecnico e amministrativo, che verrà eseguito dal professionista incaricato.

Come prima cosa è essenziale avere un documento che attesti la proprietà dell’immobile, quindi il titolo di detenzione/possesso dell’immobile. Inoltre, sono obbligatori: ll progetto originario e l’ultima pratica edilizia presentata sull’immobile, così che il professionista incaricato possa attestare la conformità edilizia e catastale dell’immobile. Nello studio di fattibilità, verranno redatti due certificati APE (il primo sullo stato iniziale dell’immobile e il secondo sullo studio preventivo dei lavori da effettuare dimostrando, al termine dei lavori, un salto di due classi energetiche).

Infine, verrà redatta una relazione tecnica (legge 10/1991) che attesti, tramite la progettazione energetica, che gli interventi previsti riescano a fare il salto di due classi in termini di risparmio energetico.

Di seguito un elenco di tutti documenti necessari per la realizzazione degli interventi agevolati:

  • Studio di fattibilità tecnica ed economica, da parte di un professionista abilitato. 3NGINEERS è specializzata nella progettazione di interventi edilizi ed impiantistici, con specifiche competenze di efficienza e redige studi di fattibilità indicando gli interventi incentivabili e verificando il salto di classe energetica con software analitici, nonché la copertura delle spese con i massimali previsti.

Per le successive fasi realizzative, 3NGINEER redige la documentazione tecnica necessaria all’ottenimento dell’agevolazione, con particolare riferimento per:

  • Ape Asseverato per verificare lo stato di fatto dell’immobile
  • relazione tecnica ai sensi della legge 10/1991 e ss.mm.ii. (progettazione energetica da depositare al Comune)
  • pratica edilizia
  • prospetti in dwg
  • preventivi e/o computi metrici
  • dati e trasmittanza serramenti sostituiti (se previsti)
  • documentazione fotografica prima dei lavori in particolar modo dell’impianto esistente;
  • certificazioni serramenti nuovi (se l’intervento prevede la sostituzione)
  • dati e certificati nuovi oscuranti (se previsti)
  • schede tecniche e certificazioni dei materiali acquistati. É necessario, inoltre, verificare che i materiali isolanti e i serramenti esterni (se sono previsti nell’intervento) devono rispettare i Criteri Minimi Ambientali (CAM)
  • schede tecniche e certificazioni apparecchiature acquistate (caldaie a condensazione, pompa di calore, terminali, valvole termostatiche ecc.)
  • Preventivi e/o computi metrici
  • dichiarazione di fine lavori
  • APE Asseverato stato finale
  • fatture e computi metrici quantità realizzate (contabilità lavori)
  • documentazione fotografica a fine lavori
  • asseverazione modulo allegato 1 comma 13 articolo 119 Dl 34/20
  • SCA – segnalazione certificata di agibilità
  • scheda descrittiva dell’intervento
  • asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la congruenza dei costi massimi unitari e la rispondenza dell’intervento ai pertinenti requisiti richiesti per usufruire del Superbonus
  • documentazione pratica da inviare all’ENEA entro 90 giorni fine lavori

visto di conformità (nel caso in cui si opta per lo sconto in fattura o cessione del credito) dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta.

Ecobonus 2020 110%, 65% e 50% facciamo chiarezza

La situazione come si vede è molto articolata ma siamo disponibili a rispondere ad ogni quesisto per individuare la migliore opzione sulle possibili detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia (bonus casa), riqualificazione energetica (ecobonus).

Come primo passo vi suggeriamo di affidarsi ad un tecnico qualificato che dopo aver effettuato un sopralluogo possa, dopo aver redatto un progetto che certifichi costi certi e simulazioni economiche, fornire la miglior opzione possibile.

3ngineers con il suo studio a Roma, si mette a disposizione per chiarire, studiare e approfondire insieme al cliente il singolo caso. L’obiettivo è quello di soddisfare con certezza le richieste ed esigenze della committenza tenendo conto di quest’opportunità in costante evoluzione.

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