RECOVERY FUND – un altro passo verso la GREEN REVOLUTION

RECOVERY FUND – un altro passo verso la GREEN REVOLUTION

Il Ricovery fund prevede 750 miliardi destinati all’economia europea per risollevarla dalla crisi generata dal COVID 19. Nonostante fosse definita dal Presidente del consiglio europeo Charles Michel una “mission impossible” e nonostante la preoccupazione generale di un esito negativo o inconcludente, si è riusciti ad arrivare ad un accordo che opta per un “considerevole indebitamento comune per rilanciare la crescita”.

Una crescita che sosterrà anche e soprattutto la cosiddetta RIVOLUZIONE VERDE, che comprenderà tutti gli aspetti legati all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. Proprio per questo il compromesso raggiunto rappresenta un traguardo storico per l’Unione Europea che si “sacrifica” per sostenere i singoli Stati.

Perché il recovery fund è necessario?

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una crisi economica senza precedenti che non ha niente a che vedere con quella di alcuni anni fa. A differenza di quella passata, che coinvolgeva solo alcuni Stati pesantemente indebitati come Italia e Grecia, questa volta assistiamo al coinvolgimento di tutti gli Stati dell’Unione, come ad esempio la Francia, che è stata uno dei Paesi maggiormente colpiti dal virus.

Per non parlare del nord Europa che non vedrà il ritorno al suo livello di PIL pre-crisi neanche nel 2021. Tutto questo porta a dei rischi che l’Europa non può sostenere, motivo per cui è stato necessario che tutti i leader politici si riunissero a Bruxelles per far fronte a questo problema.

In particolare, questo “nuovo accordo” prevede maggiori fondi per l’Italia, che da 172 miliardi (proposta iniziale) aumentano a poco meno di 209 miliardi (dei quali cui 80 miliardi in contributi e il resto in prestiti a basso tasso di interesse da investire nei prossimi anni e rimborsare tra il 2026 e il 2058). I fondi arriveranno in primavera (2021) e potranno essere utilizzati anche per coprire le spese del 2020.

Proprio nelle ultime ore sono in aumento i finanziamenti previsti dal Recovery Plan, che arriveranno a 196 miliardi. Sono 6 i macro-interventi su cui fare affidamento per raggiungere i fondi:

  • DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA’ del sistema produttivo e della Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco
  • RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA nella quale protagonista diventa l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici a cui vanno 40,1 miliardi, dei quali 17 agli edifici pubblici; alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile spettano 18,5 miliardi e solo 9,4 alla tutela del territorio e delle risorse idriche
  • INFRASTRUTTURE per la mobilità e le telecomunicazioni, con la realizzazione di una rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità
  • ISTRUZIONE, FORMAZIONE, RICERCA E CULTURA
  • EQUITA’ SOCIALE, DI GENERE E TERRITORIALE, con particolare attenzione sulle politiche attive del lavoro e sul piano per il sud
  • SALUTE

Per l’Italia il fine ultimo di questi interventi è:

  • ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica
  • raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana, dallo 0,8% dell’ultimo decennio all’1,6%, in linea con la media UE
  • aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL
  • far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE
  • portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%
  • innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale
  • ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici
  • aumentare l’aspettativa di vita in buona salute
  • migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica
  • ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani
  • migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati
  • rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici
  • promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari
  • garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica

In Italia il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), in particolare, si focalizza sulla riforma fiscale (a partire dal Family Act e dalla Riforma IRPEF), sulla digitalizzazione e sulla TRANSIZIONE GREEN.

Come ottenerlo? Semplice. Tutti gli Stati dovranno presentare alla Commissione Europea, entro aprile 2021, i propri Recovery Plan.

Questa pandemia, in qualche modo, ci ha resi complici, uniti. Chi più, chi meno, tutti colpiti da una profonda crisi non solo economica. È doveroso e indispensabile che gli Stati facciano del loro meglio per risollevarsi da questa “catastrofe”, iniziando proprio dal RECOVERY PLAN.

Lascia un commento